
Arezzo, opposizioni scatenate sulle inchieste: "Società partecipate usate come bancomat, trasparenza e dimissioni"

Il dibattito politico si infiamma. Fuoco di fila da parte delle opposizioni. “Arezzo merita qualcosa di meglio: Scortecci e Macrì facciano un passo indietro e Ghinelli dica qualcosa”, affermano i segretari provinciale e comunale del Pd, Francesco Ruscelli e Alessandro Caneschi. “Macrì riceve nuovi avvisi di garanzia. Scortecci non rispetta il mandato ricevuto dai sindaci. Ghinelli, che è il principale artefice delle loro nomine, tace”. Invito a Ghinelli: “Se fosse lui a chiedere le loro dimissioni, saremmo di fronte ad un gesto di trasparenza. In caso contrario, il sindaco si assumerebbe la responsabilità di una quantomeno preoccupante condivisione politica”. Francesco Romizi, per Arezzo in Comune: “Esordio migliore alla presidenza per Francesco Macrì non poteva esserci. Houston abbiamo un problema, verrebbe da dire: a ‘d’Estra’ dello schieramento politico. Ma per fortuna siamo agli sgoccioli di questa esperienza sempre più compromessa e compromettente”. Ancora da sinistra, Arezzo 2020: “Come si può godere della fiducia dei cittadini quando da mesi si è al centro di inquietanti ed incessanti interrogativi? La risposta per noi è una sola: di carattere etico e di responsabilità personale e politica verso le istituzioni. Dimissioni”. Donato Caporali, consigliere del Pd: “Ci risiamo dentro ancora una volta, con tutti i piedi: l’utilizzo delle partecipate come bancomat somiglia sempre più a un metodo che non un singolo caso”. Poi aggiunge: “Si rimane garantisti e si augura il meglio agli imputati, ma ci sia una volta per tutte questa benedetta trasparenza e cerchiamo di offrirla a tutti i cittadini”. E chiede lumi su sponsorizzazioni e criteri, sul mancato ingresso in Borsa. Il M5s: “Qui di normale non vi è rimasto nulla, la prima cosa sensata a cui si dovrebbe pensare è se Macrì ha ed aveva le competenze per amministrare Estra e se, in virtù di quello che è emerso dalle indagini, è ancora persona di fiducia a cui affidare un incarico così delicato”. Infine: “Ormai siamo anestetizzati così tanto da una politica clientelare al punto che nessuno ci fa nemmeno più caso”.