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Messa di Natale anticipata alle 22: i parroci aretini dicono sì

 Don Alvaro Bardelli

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Mentre si aspetta il nuovo Dpcm che arriverà in questa settimana, la proposta del ministro agli affari regionali, Francesco Boccia di celebrare la Messa di mezzanotte in anticipo di due ore, ovvero alle 22, fa un po’ discutere. C’è chi è concorde, chi aspetta prima di esprimersi e chi invece Gesù Bambino lo ha già fatto nascere a tutte le ore e ogni anno. Covid o non Covid. Don Alvaro Bardelli, parroco della Pieve di Arezzo, prende il lato positivo della cosa e cioè: “Basta che si possa celebrare la Messa - dice - Rispetto alla prima chiusura di marzo, in questa seconda ci sono state più concessioni verso le chiese che sono rimaste aperte per i fedeli. Dispiace sicuramente non celebrare la Messa di mezzanotte come tutti gli anni, ma se questa è una necessità, non ne farei un dramma”. “Per un anno possiamo cambiare gli orari, basta che rimanga invariato quello che è da sempre, e senza orologio, lo spirito del Natale”. C’è stato un tempo dove la Messa non venne celebrata per niente. “Durante la guerra”, risponde don Alvaro. “Stavolta ci adegueremo, vorrà dire che metteremo più orari delle Messe a quelli che già, numerosi, ci sono”. Chiese aperte e presepi all’interno con una novità alla Pieve dove verrà allestito un presepe permanente. “Che vi invito a visitare - prosegue don Alvaro - perché la casa di Gesù è sempre aperta e non è andando in chiesa che si prende il Covid. Da noi c’erano le distanze anche in tempi normali”. C’è chi invece Gesù lo ha fatto nascere a tutte le ore. Don Adriano Ralli, parroco di Castiglion Fibocchi: “Avendo tante parrocchie - dice - ogni anno sono costretto a dire la Messa di Natale anche alle 17, alle 18, lasciando Castiglion Fibocchi a mezzanotte. Quindi non c’è nessun problema, anche perché la Messa di Mezzanotte, in realtà è la messa della notte di Natale che può essere celebrata subito dopo il tramonto. Il fatto che sia a mezzanotte è stata solo una nostra invenzione, perché un tempo, bisognava essere digiuni almeno da tre ore per fare la Comunione”. E poi invita le famiglie di Castiglion Fibocchi a fare un presepio fuori da casa. “Di fronte casa, oppure in giardino, basta che si veda, e magari il 6 di gennaio daremo un premio al più bello. Altrimenti se non addobbiamo non sembra nemmeno Natale”. Oggi intanto al Duomo di Arezzo, 13 ragazzi di Castiglion Fibocchi riceveranno il sacramento della Cresima. Non si pronuncia e ancora aspetta l’ufficialità, padre Giovanni Martini della parrocchia di San Firenze-Staggiano. C’è invece chi più che al problema dell’orario della Messa deve pensare al luogo dove celebrarla. Don Giovanni Tanganelli ha ancora la chiesa di Creti inagibile. Rispetto ad un anno fa, i lavori sono a buon punto, ma ancora la chiesa non può ospitare i fedeli e così “torniamo dentro il capannone dove ogni anno a settembre si tiene la Festa della Madonna- dice don Giovanni - e anche quest’anno ci ospiterà per la messa che sia a mezzanotte, oppure alle 22. Mi dispiace di non potere fare il presepe vivente e la processione per arrivare all’albero di Natale. Così come dispiace non potere offrire la cioccolata subito dopo la Messa. Ma in questo periodo bisogna adattarsi. E forse la nostra piccola comunità lo sa meglio di chiunque altro”.