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Morta dopo operazione, mesi di coma e Covid: lunedì autopsia sulla salma della paziente cinquantenne

Luca Serafini
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La salma della paziente morta in seguito a complicazioni post operatorie in clinica e dopo sette mesi di coma, tra una struttura sanitaria e l’altra, verrà trasferita lunedì da Roma all’obitorio delle Scotte di Siena. Sarà poi il professor Mario Gabbrielli ad eseguire l’autopsia per stabilire le esatte cause del decesso, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati - come atto dovuto assolutamente formale - due medici del San Giuseppe Hospital di Arezzo: un anestesista di Arezzo e un medico di Roma.

E’ lì, nella casa di cura, che la cinquantenne lo scorso giugno si sottopose ad un intervento chirurgico per artrosi lombare. Insorsero problemi post operatori con la mancata ripresa della donna, tanto che si resero necessarie cure di carattere neurologico svolte dapprima ad Arezzo presso l’ospedale di Bibbiena, poi nel Lazio, la regione dalla quale la donna proveniva. Portata dapprima in una clinica di Roma, la cinquantenne negli ultimi tempi era al Policlinico Umberto I dove è deceduta il 15 gennaio. Sarebbe risultata positiva al Coronavirus, probabilmente contratto nella fase in cui era seguita nella struttura romana.

La complessa vicenda sanitaria è oggetto di accertamenti e approfondimenti dopo che i familiari della donna hanno presentato un esposto alla procura di Arezzo. Il pm Angela Masiello ha affidato l’incarico al medico legale per la consulenza tecnica che dovrà fornire elementi determinati, da unire alle cartelle cliniche acquisite. Come atto di garanzia, per consentire loro di nominare consulenti di parte, sono stati quindi iscritti nel registro degli indagati l’anestesista, assistito dall’avvocato Piero Melani Graverini e dall’avvocato Gianluca Paolini, e il chirurgo, assistito da due avvocati del foro di Roma.

Ovviamente non c’è nulla in questa fase che possa essere imputabile ai sanitari. E come sempre in questi casi il percorso dell’inchiesta richiederà tempo per lumeggiare tutti i passaggi della degenza, in questo caso lunga sette mesi, partendo dalle condizioni della donna precedenti al ricovero, fino alle modalità con cui si svolse l’intervento chirurgico, quindi le fasi successive, le cure, i passaggi nelle altre strutture. E l’inchiesta dovrà anche stabilire quanto ha inciso nel tragico epilogo il Coronavirus rispetto ad un quadro clinico compromesso.

L’esame autoptico viene effettuato a Siena nella sala ad hoc dove con tutte le precauzioni del caso vengono eseguiti accertamenti di medicina legale su persone colpite dal virus. Occorrono infatti dispositivi che solo in alcuni obitori sono presenti. La famiglia della cinquantenne deceduta è assistita dall’avvocato Elettra Bruno del foro di Latina. A lei si sono rivolti i figli della donna per presentare l’esposto alla procura aretina volto ad avere risposte sul precipitare delle condizioni di salute della mamma. Capire se ci sono state colpe mediche (negligenze, omissioni, imprudenze e imperizie) o se il decesso è avvenuto per cause esclusivamente naturali senza responsabilità.