
Arezzo, il campione di boxe Adriano Nicchi e il padre Santi colpiti dal Covid: "Questo virus non è uno scherzo"

“Scrivetelo a chiare lettere e ditelo a chi ancora lo nega: il Covid non è uno scherzo”. Adriano Nicchi, 41 anni, ex campione di pugilato, da ieri si trova nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato. Racconta che ce lo ha portato il 118, all’alba di ieri mattina. Febbre altissima e saturazione bassa. Sembra impossibile che un pluricampione di boxe come lui che ha messo ko avversari importanti, adesso si ritrovi in un letto d’ospedale sul ring della partita più importante. E invece è l’ennesima riprova che il virus non guarda in faccia nessuno. “Stanotte (ieri notte) - racconta Adriano - intorno alle 3 è venuto il 118. La mia saturazione era veramente bassa, 85 per cento, e avevo la febbre altissima da una settimana che non mi calava mai”.
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Alle 4.30 dall’ospedale San Donato con mascherina e flebo al braccio scrive su facebook: “A chi non crede al Covid gli auguro di ritrovarsi ricoverati come me”. Uno sfogo, un urlo di rabbia verso i negazionisti del virus: “Vi posso garantire che si sta male veramente - dice ancora Adriano - sembra che il Covid ti stacchi l’anima dal corpo. Devi tirare fuori gli attributi peggio di quando sei alla 12esima ripresa”. E Nicchi di battaglie ne ha fatte tante. Il pugile aretino che insieme al babbo Santi, anche lui colpito dal Covid, gestisce l’importante palestra “Boxe Nicchi” dalla quale sono usciti fior di talenti, per quattro volte ha vinto il campionato italiano e la cintura Intercontinentale Wbf. L’ultimo incontro nel 2017 a 37 anni sul ring di Roma. Ha anche disputato incontri internazionali contro i più grandi pugili mondiali. Adriano ha ottenuto dal Coni la Stella di Bronzo per aver allenato tanti pugili di successo. “Stavolta però combatto contro un avversario invisibile”, dice il campione. “Mi sento debilitato, ma sono anche circondato da tanti medici e infermieri molto professionali e molto in gamba”.
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Adriano non è in gravi condizioni. Ricoverato insieme a lui - ma in queste ultime ore è stato trasferito in una struttura - anche il padre Santi che di Adriano è stato allenatore, oltre ad essere lui stesso un ex pugile. “Mio babbo sarà presto trasferito in una struttura. Questo virus sta attaccando sempre più forte”. Come sia avvenuto il contagio, Adriano dice: “Noi abbiamo continuato ad allenarci in palestra - sono professionisti e il protocollo sportivo lo prevede - magari c’era qualcuno asintomatico. A questo punto dovrebbero chiudere tutto, senza trovare scorciatoie o che altro per fare allenare. Sempre che il virus sia avvenuto durante gli allenamenti. Di certo non lo sappiamo”. Adesso però non è il momento di guardarsi indietro o di pensare a come sia potuto succedere. Adriano è uno sportivo e come tale sa che deve mai mollare: “Bisogna combattere sempre. Mandare avanti la paura non serve a niente, anche se è davvero una brutta bestia”. Che però ha solo vinto il primo round. La partita è ancora apertissima: “Per adesso è lui che ha steso me, ma tra poco toccherà a lui”. Una certezza.
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