
Arezzo, Unoaerre esorta i lavoratori a vaccinarsi. Squarcialupi: "Green pass opportuno in fabbrica non solo al ristorante"

Unoaerre esorta i suoi dipendenti a vaccinarsi. “Fatelo per voi e per gli altri”. Occhi negli occhi. Parole chiare e dirette in pieno stile Squarcialupi. Le ha pronunciate ieri mattina la presidente Maria Cristina ai dipendenti, che sono più di trecento, occupati tra gli stabilimenti del colosso dell’oro a San Zeno e Ceciliano (Eclat). A fine agosto tampone per tutti dopo le ferie e possibile stretta verso i non vaccinati.
Maria Cristina Squarcialupi cosa intendete fare?
“Non abbiamo gli strumenti per agire in modo netto, attendiamo decisioni del governo ma spingiamo perché i nostri lavoratori si vaccinino”.
E chi non lo fa?
“Siamo orientati a spostarli in ambienti della produzione dove sono minori le possibilità di contatto”.
Tra i trecento addetti di Unoaerre, più duecento di Chimet, che livelli di copertura ci sono ad oggi?
“Credo molto alti ma non possiamo saperlo per questioni di privacy. Ritengo che la stragrande maggioranza sia vaccinata e che alla fine solo pochi decidano di non immunizzarsi”.
Come si lavora in questa fase con il virus che torna a fare paura?
“Fin dall’inizio abbiamo investito molto nella prevenzione e nei controlli del personale. L’ideale, appunto, sarebbe poter creare una bolla aziendale con tutto il personale immune al Covid e la possibilità di lavorare senza la mascherina in quei reparti e in quelle fasi della produzione dove lo sforzo fisico presuppone una libertà di respirazione maggiore, senza il dispositivo a coprire naso e bocca”.
Lei si è vaccinata senza alcun timore?
“Mi sono vaccinata, non contenta ma convinta. Certo, avrei preferito non fosse necessario. Con mio marito abbiamo deciso di vaccinare anche nostra figlia di tredici anni e si è vaccinato anche nostro figlio di sedici: lo ha chiesto lui stesso”.
Il green pass sul posto di lavoro, quindi, per lei sarebbe la scelta giusta.
“Diventerà obbligatorio al ristorante dove si passano due ore, non vedo perché no in fabbrica, nel luogo di lavoro, dove passo otto ore a fianco dei miei colleghi. Se il governo decidesse di introdurlo in azienda sarebbe una scelta coraggiosa che noi imprenditori non potremmo che accogliere bene dopo aver sperimentato quanto danno ci ha arrecato la pandemia.”
Lei ha parlato con franchezza ai suoi dipendenti.
“Certo. Sono molto diretta come mio padre Sergio. Pochi giri di parole. E’ stato un incontro già carico di significati perché arriva dopo due occasioni saltate, sotto le feste di Natale del 2020 e del 2021, quando non abbiamo potuto tenere i tradizionali incontri di auguri. Ci siamo ritrovati all’aperto, in sicurezza, sul piazzale. Facendo appello allo spirito di squadra che ha sempre distinto Unoaerre”.
Come convincere il maggior numero di dipendenti?
“Una campagna di sensibilizzazione ad hoc, facendo ragionare le persone senza farle sentire oppresse, altrimenti si fa peggio. In fondo il concetto è semplice: come è stato vietato di fumare negli ambienti chiusi ormai tanti anni fa dovrebbe essere automatico l’essere immuni al Covid per non contagiare gli altri”.
Quindi come vi siete lasciati?
“Non possiamo obbligare al vaccino ma fortemente raccomandarlo. Nel caso potremo adottare opportuni provvedimenti organizzativi per i recalcitranti. Intanto, in attesa di decisioni dall’alto, sono convinta che già il green pass per i ristoranti e gli eventi avrà effetto sulle vaccinazioni perché la gente non vuol rinunciarvi”.