
No vax, ecco il piano Asl: "Interinali al posto dei sanitari sospesi"

Nei confronti dei no vax non collocabili in altre mansioni verrà adottato il provvedimento di sospensione e non verrà corrisposto lo stipendio. Le persone sospese saranno sostituite con interinali tempi determinati o produttività aggiuntiva al fine di assicurare i livelli di assistenza”.
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L'Asl Tse risponde agli interrogativi su cosa succederà una volta sospesi gli operatori no vax e annuncia che metterà a punto la prossima settimana un regolamento per definire le procedure nei confronti di quanti rifiutano il vaccino o non forniscono documentazione medica adeguata a sostegno della dichiarata impossibilità alla vaccinazione. Asl annuncia che i primi di settembre il Dipartimento di Prevenzione comunicherà l'elenco dei nominativi dei no vax a tutti i datori di lavoro nel territorio dell'area vasta Toscana sud est, agli Ordini Professionali ed a tutti gli interessati. Per la Asl Tse, conclude la nota, ogni singola posizione sarà esaminata da una commissione aziendale. Intanto è allarme organico. Lo lanciano, per quanto riguarda la categoria degli infermieri, l’Ordine delle professioni infermieristiche e il sindacato NurSind, segnalando che anche se i numeri no vax per Arezzo e per la Asl Sud Est più in generale sono bassi rispetto ad altre aree regionali (circa un centinaio di infermieri) già da mesi l’organico è in sofferenza. “Se i colleghi verranno sospesi, chiediamo di attingere dalla graduatoria Estar attiva, dove ci sono 2.200 infermieri in attesa dopo l’ultimo concorso - spiega Giovanni Grasso, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche -. Nessuno ancora è stato chiamato nonostante sia stata lamentata più volte la carenza di personale. Con le sospensioni che si prospettano, se non si provvede, si rischia anche la tenuta dell’assistenza. Bisogna capire adesso quanto è sostenibile il sistema sanitario senza questi elementi. Dunque appena avremo le liste capiremo le dimensioni del problema. Intanto però bisogna colmare il gap tra personale che doveva essere integrato e non lo è stato. Nell’area dell’Asl Sud Est da una stima personale non mi risulta che il personale assunto nella prima fase Covid abbia coperto il fabbisogno. Inoltre partirà il servizio di infermiere di famiglia e comunità. Ci saranno diverse questioni da valutare”.
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Anche Claudio Cullurà, del NurSind, sottolinea la necessità di coprire i numeri mancanti: “Non discutiamo la legge, la nostra preoccupazione è che il sistema vada in crisi. Chiediamo all’azienda che prima di sospendere queste persone provveda a cercare una ricollocazione. Questi operatori dovranno essere sostituiti. Come sindacato protestiamo perché la situazione è bloccata, e sembra che non ci siano prospettive di assunzione fino a gennaio. Abbiamo scritto alla Regione ma non ci ha risposto. E ci interroghiamo sui nuovi servizi: anche qui c’è molta confusione, con quale personale li facciamo partire? Abbiamo percezione che si sono alcuni settori in particolare in sofferenza per la carenza di personale. Il 10 settembre riprenderà la trattativa con l’azienda per capire come siamo messi. Vogliamo sapere numeri certi delle dotazioni organiche, le prospettive da qui al 31 dicembre e conoscere che fine faranno questi nuovi servizi, anche alla luce delle sospensioni dei no vax”.
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