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Arezzo, il no green pass Michele Menchetti segue il consiglio comunale dalla piazza: "Ridicolo e discriminatorio"

Sara Polvani
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Avrebbe voluto partecipare al Consiglio comunale di Arezzo in presenza ma non ha potuto perché sprovvisto di green pass. Il consigliere comunale Michele Menchetti del Movimento 5 Stelle ha comunque seguito la seduta da fuori, collegato da remoto in piazza della Libertà. “Da remoto mi sono collegato da fuori - spiega - Sono andato a farmi certificare a voce che non potevo entrare e sono andato a far vedere quanto questa situazione sia ridicola e discriminatoria. Sono rimasto lì due o tre ore e dopo ho seguito da casa dal tablet che ci ha fornito il Comune”.

Menchetti ha già ribadito pubblicamente il suo no al green pass "da libero cittadino" e lo ha manifestato anche lo scorso 15 ottobre, in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo del certificato verde in tutti i luoghi di lavoro fino al 31 dicembre. Scelta che lo ha visto restare fuori dall’azienda per cui lavora da 22 anni. Menchetti è anche membro del comitato promotore della grande manifestazione pacifica e apartitica che si è tenuta in piazza San Jacopo sabato 16 ottobre, durante la quale 150 persone hanno manifestato il proprio dissenso al green pass. La modalità del Consiglio comunale del 28 ottobre è stata ancora quella della presenza contingentata: consiglieri in parte in aula e in parte in videoconferenza. Soltanto Michele Menchetti avrebbe voluto essere in presenza ma non ha potuto. Senza il green pass non gli è stato possibile fare accesso a Palazzo Cavallo e così è rimasto in piazza vicino al portone d'ingresso.

“Per ora proseguo così - conclude il consigliere - capisco che fa più notizia questo, ma abbiamo presentato due interrogazioni: una sui cassonetti intelligenti che non hanno mai iniziato a funzionare. A fine 2018 è stata presentata questa ‘rivoluzione del conferimento’, descritta come innovazione tecnologica da 9 milioni di euro da investire in tre anni. L’assessore ci ha contestato questa cifra ma il servizio non ha mai funzionato in maniera completa e noi oltre a criticare abbiamo proposto fra le attuali politiche per la raccolta differenziata l’esistenza di uno strumento a portata di smartphone che favorisce l’implementazione della raccolta differenziata. Parlo di Junker, una piattaforma e un’app grazie alla quale è possibile leggere i codici a barre dei prodotti cosicché i cittadini conoscano la loro merceologia e come debbano essere correttamente conferiti. Più di mille Comuni hanno aderito a Junker, da nord a sud, la piattaforma è totalmente gratuita, chiediamo che Arezzo si aggiunga a questo già lungo elenco. L’assessore su questo è stato possibilista, speriamo la proposta venga accettata”. È stata poi discussa dal Consiglio comunale una proposta di modifica dello statuto del Comune, illustrata dallo stesso Menchetti, che prevedeva d’inserire tra i principi ispiratori il riconoscimento come diritto umano fondamentale dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari e lo status dell’acqua come bene comune pubblico. Michele Menchetti ha ritirato l’atto “visto che non è stata raggiunta l'auspicata convergenza".