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Arezzo, Coingas: perché Ghinelli e gli altri chiedono che i comuni non siano ammessi come parti civili

Luca Serafini
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Il sindaco Ghinelli e gli altri imputati di favoreggiamento per le consulenze d’oro Coingas chiedono al tribunale di estromettere dal processo i comuni aretini che rivendicano il risarcimento danni. La perentoria istanza mette subito pepe al processo Coingas cominciato ieri in un’aula Miraglia colma di toghe, di pubblico e di interrogativi ma priva degli imputati eccellenti: quasi tutti assenti a partire da Ghinelli e dal presidente di Estra, Francesco Macrì. A voler depennare le parti civili sono i difensori del sindaco di Arezzo e degli altri accusati per aver ostacolato e ritardato l’accertamento di un peculato da mezzo milione di euro: denaro pubblico, sostiene la procura, bruciato con consulenze inutili a beneficio di professionisti amici.

Ebbene, secondo gli avvocati del sindaco e degli altri imputati raccolti nel capo d’accusa “3”, i comuni possono sì costituirsi contro gli imputati di peculato per un eventuale danno economico diretto ma non hanno alcun diritto di rivalersi per il favoreggiamento: non è configurabile alcun danno d’immagine o altro. E quei comuni avrebbero dovuto indicare e precisare nei loro atti non il solo pregiudizio che stimano aver ricevuto ma anche far comprendere se e come tale danno (il supposto danno di immagine) sarebbe potuto discendere dal favoreggiamento (cioè dall'aver ostacolato l'accertamento del delitto di peculato).

 

 

 

E invece secondo la difesa degli imputati di favoreggiamento nulla è scritto in quelle costituzioni di parte civile: nessun nesso sussiste tra le condotte di Ghinelli e gli altri e il danno reputazionale che i comuni soci di Coingas sostengono di aver ricevuto. Quindi la richiesta è: tutti e 19 i comuni fuori dal filone, a partire da Castiglion Fiorentino che per ultimo ieri ha depositato istanza di costituzione accodandosi agli altri. Il concetto in aula lo argomenta, pacato ma ficcante e in punta di diritto, l’avvocato Corrado Brilli. I giudici del tribunale scioglieranno la riserva il 30 novembre, con processo quindi subito interrotto e in stand by.

La presidente Ada Grignani, mascherina rosa, con a fianco i giudici Michele Nisticò e Isa Salerno, ascolta con attenzione l’eccezione e prende nota. Brilli nel processo Coingas assiste Stefano Pasquini, il legale del comune di Arezzo coinvolto per aver redatto un parere che dava l’ok a quegli incarichi incappati nel fermo no dei revisori dei conti di Coingas. C’era fibrillazione a Palazzo Cavallo in quel periodo (2018) perché la società che riversa ai comuni i ricchi dividendi di Estra stava per collassare. Sulla stessa linea di Brilli e con ulteriori argomenti giuridici, si schierano i difensori del sindaco Ghinelli, Luca Fanfani e Piero Melani Graverini; i difensori dell’assessore Alberto Merelli, gli avvocati Luca Berbeglia e Paola Bonifazi; e gli avvocati Paolo Romagnoli e Umberto Schiavotti, difensori del presidente di Coingas Franco Scortecci e della ex contabile Mara Cacioli, unici presenti alla Vela con Pier Ettore Olivetti Rason, l’avvocato fiorentino accusato di peculato.

 

 

 

Tre su undici in aula: gli altri otto imputati non c’erano ma non esisteva certo l’obbligo di affrontare l’udienza e l’annesso plotoncino di cronisti, fotografi e telecamere. C’è tempo. Sintetico e severo, sulla questione parti civili il procuratore Roberto Rossi, con a fianco il sostituto procuratore Chiara Pistolesi, ribatte alle difese senza scomporsi: i comuni, dice, sono pienamente legittimati a rivalersi perché gli autori del favoreggiamento hanno aggravato il danno del peculato a discapito dei soci.

Linea condivisa dai legali dei municipi: Raffaello Giorgetti per Cortona, David Scarabicchi e Riccardo La Ferla nominati da due distinti gruppi di comuni, ed Enrico Marraghini per Castiglion Fiorentino. Il filone consulenze è bollente. L’amministratore Coingas dell’epoca, Sergio Staderini, per quegli incarichi affidati a Olivetti Rason (oltre 300 mila euro) e al commercialista Marco Cocci (140 mila) ma anche per altri reati, è stato condannato in abbreviato (2 anni) dal gup Claudio Lara.

Non è scontato che la stessa linea venga ribadita, e con responsabilità penali estese ai presunti favoreggiatori, ma il rischio c’è. Il sindaco in questo processo rischia pure la sospensione, in caso di condanna. Scrollarsi di dosso le parti civili, per chi è a processo come presunto favoreggiatore sarebbe già un buon inizio. Il Comune di Arezzo non si è costituito contro il suo sindaco: azioni civili, in caso, alla fine.

 

Sollevata un’eccezione di inammissibilità per la costituzione di Civitella su un deficit nella documentazione. La risposta il 30 novembre dopo il primo stop al processo Coingas che, nelle intenzioni del tribunale arriverà a sentenza prima dell’estate. Previsione ottimistica? Si vedrà. I reati si prescrivono in sette anni e mezzo e non evaporeranno presto.