
Arezzo, gruppo di ragazzi salva anziano colto da malore. Il racconto del 18enne Luca

Ci sono storie che riconciliano con il mondo e a Tregozzano, frazione di Arezzo, è successa proprio una di queste. Protagonista un gruppo di ragazzi. Non uno qualsiasi. Hanno un’età compresa tra i 16 e i 22 anni e insieme hanno deciso di riprendere il circolino di Tregozzano. “Lo abbiamo fatto per tenerlo in vita. Facciamo i turni ed è sempre aperto”. Non solo. Hanno rimesso su anche la squadra di calcio che mancava da tantissimi anni. Solo che ogni volta che quel pallone rotola nel posto sbagliato viene addirittura bucato da qualche residente che non sopporta gli schiamazzi dei ragazzi. “Ma è dura giocare a calcio in silenzio”, ribattono. Stavolta però il pallone non c’entra, questa è una storia diversa, accaduta ad inizio settembre, ma che qualcuno ha pensato bene di raccontarla nel giornalino del paese e subito ha fatto il giro e oltre di Tregozzano. Luca ha appena 18 anni ed è lui che ha dato il via alla macchina dei soccorsi che ha permesso di salvare la vita a nonno Piccia. Lui è un signore di 84 anni e a Tregozzano “si chiama nonno Piccia, perché è il nonno di tutti. Spesso si ferma al nostro circolo e parla con noi. E’ un punto di riferimento per tutto il paese”. Siamo dunque ai primi giorni del mese di settembre è ormai notte fonda e Luca è alla finestra: “Sarà stata mezzanotte e mezza e la mia casa si trova davanti al parchino di Tregozzano. Ad un certo punto ho sentito come se qualcuno russasse fuori dalla finestra. Mi sono affacciato ma lì per lì non ho visto nessuno”. Luca però non ha chiuso la finestra, se n’è fregato ed è andato a dormire, ha invece chiamato gli amici e gli ha chiesto, insieme, di andare a vedere da dove provenivano quei suoni che ora sembravano dei gemiti. “Anche se un po’ impauriti dal buio ci siamo fatti coraggio e ci siamo incamminati”. I ragazzi hanno dunque cominciato a percorrere la stradina buia che costeggia il campino e ad un certo punto hanno trovato nonno Piccia, riverso a terra che non riusciva a muoversi e né a parlare. “Abbiamo immediatamente chiamato i familiari, l’ambulanza e anche i miei genitori mentre noi stavamo accanto al nonno in attesa dell’arrivo dei soccorsi, ma senza fare niente, perché avevamo paura di complicare la situazione”. Ma non è finita qui, perché visto che la strada non è pubblica e quindi poco praticabile, alcuni dei ragazzi sono andati ad attendere l’ambulanza e l’hanno guidata fino a dove era il ferito. “L’abbiamo portata fino da noi per soccorrere nonno Piccia”. Quando i sanitari sono arrivati, hanno subito prestato soccorso all’anziano che è stato trasportato al San Donato. “All’ospedale ci è rimasto per una settimana - racconta ancora Luca - Per fortuna adesso sta bene. Si è ripreso anche grazie a noi”. L’anziano era caduto mentre stava camminando e se non ci fossero stati i ragazzi di sicuro sarebbe successo qualcosa di più grave. “Abbiamo fatto quello che era giusto. Io appena ho sentito quei lamenti mi sono precipitato e per fortuna siamo riusciti a trovarlo e a prestargli i soccorsi. Era tutto infreddolito, perché già a settembre comincia a fare freschino”. Un episodio che come detto ha subito fatto il giro del paese. “L’importante che nonno Piccia sia guarito e che adesso stia bene”, dice ancora Luca mentre sta entrando in campo per gli allenamenti. Lui non gioca nella squadra del Tregozzano, “ma siamo sempre noi che abbiamo voluto riportarla in vita - racconta ancora Luca - proprio per ridare alla nostra frazione anche il pallone”. Che un tempo c’era con una squadra che ha regalato anche soddisfazioni. Adesso anche il Tregozzano è tornato grazie all’entusiasmo di questi adolescenti che hanno costruito una sorta di “movida alternativa” fatta di pallone, amicizia e serate passate a lavorare al circolino. Con i turni ciascuno per tenerlo aperto il più possibile.
Una bella storia che riconcilia con il mondo, e che dimostra che ci sono giovani, come i ragazzi di Tregozzano, che non si voltano dall’altra parte, ma che tendono la mano. Però ora, non bucategli più i palloni.