
"Guerrina Piscaglia è in una casa di religiosi in Francia". Sensitiva indica luogo, avvocato del prete condannato va a verificare

“Guerrina Piscaglia è viva, si trova in un paese della Francia presso una casa religiosa”. E’ la segnalazione di una sensitiva e quindi da prendere con le molle, anzi di più. Ma l’avvocato Riziero Angeletti, prudente ed esperto uomo di legge, ha deciso che andrà a verificare.
“Sì, a metà dicembre andrò nel luogo che mi è stato indicato con precisione da questa donna che mi ha contattato”, dice Angeletti, difensore di padre Gratien Alabi, il sacerdote del Congo che sconta in carcere i 25 anni anni di reclusione inflitti in via definitiva per aver ucciso Guerrina Piscaglia, 49 anni, scomparsa da Cà Raffaello il primo maggio 2014. Caso chiuso per la giustizia ma che resta aperto dato che il corpo o i resti non sono stati mai trovati. Né si sa come la donna, innamorata del prete di colore, sarebbe stata uccisa e dove. “
Posso dire che il luogo segnalato si trova al confine tra Francia ed Europa orientale” prosegue Angeletti, avvocato di Rieti, conosciuto ad Arezzo anche per essere il legale degli azionisti di Banca Etruria. Un convento? Un istituto? “Proprio perché la vicenda non è affatto definita, anzi sto lavorando all’istanza per un processo di revisione, credo sia doveroso andare a vedere per non lasciare nulla di intentato”, spiega il difensore di Gratien. Certo, in passato, quando la luce dei riflettori dei media era fortissima sul giallo di Guerrina, si mossero rabdomanti e veggenti, gente con il pendolino oscillante e presunti poteri speciali.
Niente di niente. Tentativi basati sul soprannaturale a vuoto come pure quelli scientifici e tecnici: i georadar, i cani dal fiuto particolare, i sommozzatori. Il lavoro della procura di Arezzo con il pm Marco Dioni fu encomiabile, i carabinieri di Arezzo fecero di tutto e di più. Sul lato processuale la raccolta di elementi ha incastrato il prete. L’uso del cellulare lo fregò: i contatti telefonici con Guerrina interrotti al momento della scomparsa, i messaggini spediti dal telefonino della donna per depistare, certe dichiarazioni boomerang. Depistaggi e invenzioni diventate celebri come l’ormai proverbiale “zio Francesco”.
Ma non ha mai confessato un delitto che ritiene di aver commesso e la logica lascia intuire che non potrebbe avere eseguito da solo in tutte le fasi esecutive. Il marito Mirco, il figlio Lorenzo, le sorelle Piscaglia non hanno una tomba per posare un fiore. Dove è finita la donna? Chi crede al delitto pensa come ipotesi più probabile che fu infilata in un bidone e portata all’inceneritore da inconsapevoli addetti ai rifiuti.
Chi crede sia viva, se la immagina in situazioni diverse. Magari all’estero. Del resto quel primo maggio dei misteri ci fu anche chi vide un’auto passare con a bordo una donna che pareva Guerrina. Venne rapita? Voleva mollare tutto? Era incinta? Tornano a galla interrogativi che hanno attanagliato inquirenti e pubblico televisivo. L’avvocato Angeletti, che a dicembre sentirà anche i frati che quel giorno erano in canonica, a Cà Raffaello, dove Guerrina si era recata e sparì, verificherà la pista della sensitiva.