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Il vescovo Fontana ha deciso: "Messa di Natale a mezzanotte"

Francesca Muzzi
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Due notizie. La prima: “A Natale la messa di mezzanotte tornerà all’orario canonico. Come segno di ripresa”. La seconda: “Presenterò le mie dimissioni prima della scadenza dei 75 anni, ma non me ne andrò da Arezzo. Sono vescovo aretino. Sono nato pisano e morirò aretino”. Riccardo Fontana è un fiume in piena nella conferenza stampa di presentazione della pubblicazione del bilancio della Diocesi. Spazia dal Natale alla sua prossima pensione e annuncia, appunto, che la veglia natalizia, dopo l’anno pandemico: “Tornerà a mezzanotte, perché è un bel segno di ripresa”.

 

 

Ma l’appuntamento in palazzo vescovile è essenzialmente per presentare il bilancio 2020 della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. “Il Natale si avvicina e la chiesa diocesana ha preso una serie di iniziative - attacca l’arcivescovo - Per esempio il plenum del clero alle Vertighe che si è svolto nei giorni scorsi, insieme al vescovo di Fiesole, Mario Meini. Poi in occasione del Natale la Diocesi ha pubblicato il lavoro fatto da due professori universitari Maurizio Marcheselli della facoltà teologica di Bologna e Giulio Michelini della facoltà teologica di Assisi. Il testo è la pubblicazione delle conferenze che si sono svolte nell’ultimo mese e che sono state particolarmente seguite”. Prima di parlare del bilancio, dà l’annuncio: “Ho deciso che la messa di Natale, la più importante sarà a mezzanotte. Un senso di speranza per dire che c’è sì la pandemia e la fame nel mondo, però vogliamo dare il segnale di ripartenza”. E poi Fontana va sul bilancio: “Abbiamo fatto una scelta in risposta a Papa Francesco che ha invitato tutti gli enti ecclesiastici alla trasparenza. Lo abbiamo fatto insieme al mio ottimo economo diocesano. Abbiamo scelto un professionista e non un prete prestato all’economia. La società di revisione è invece la Baker Tilly”. Sul bilancio, un opuscolo di 40 pagine, sono elencate tutte le entrate e le uscite, tutti i lavori fatti nel biennio 2019-2020: “Abbiamo fatto lavori per 29 milioni - dice Fontana - facendo una scelta di destinare alla Carità tutto quanto. Noi abbiamo dato lavoro ad un mare di gente, senza brandirlo mai, senza offendere chi era disoccupato. Non gli abbiamo dato i sussidi e basta, ma abbiamo dato lavoro. Perché prima di tutto bisogna preoccuparci dei poveri. La chiesa fa la promozione dei valori”. 

 

 

Stefano Mendicino siede accanto a Fontana e sottolinea: “Abbiamo redatto il bilancio della Diocesi e lo abbiamo fatto anche certificare. Non eravamo obbligati né dalla norma civilistica e né da quella canonica, ma lo abbiamo fatto sia per ragioni di trasparenza, che di condivisione visto che il patrimonio ecclesiastico è costruito in secoli e millenni dal popolo. I nostri registri per tanti anni sono rimasti chiusi, perché non c’era obbligo e né la competenza, oggi invece è giunto il tempo di aprirci a questo tipo di condivisione. Per cui con la massima trasparenza, insieme al bilancio, presenteremo quello che è una rendicontazione dei lavori svolti e dell’opportunità che abbiamo dato di potere lavorare. Poi sempre in tema di trasparenza, abbiamo comunicato quello che è stato versato di Imu dagli enti ecclesiastici di questo territorio in questi due anni, circa 400 mila euro annue. Proprio per dire le cose come stanno”. E arriva poi un’altra notizia: “Papa Francesco ha voluto riconoscere l’opera del dottor Mendicino come qualità eccellente - sottolinea Fontana - e così ha dato a Mendicino le insegne di commendatore dell’ordine di San Gregorio Magno che consegnerò questa sera”. Nel Natale della ripartenza ci sarà anche un dono: “Alle scuole superiori di Arezzo dove verrà distribuito questo brano del Vangelo come regalo del Vescovo”. “Me ne vado, - prosegue Fontana - ma resto ad Arezzo. Il legame con questa chiesa è talmente forte. Io sono Riccardo Fontana vescovo aretino. Nasco pisano, ma morirò aretino. La soddisfazione più grande? E’ avere messo in moto questa chiesa che è la 12esima di tutta Italia. La ripresa della partecipazione della gente si vede è una presenza forte. Abbiamo 14 seminaristi in teologia, anche se per una chiesa grossa come questa ce ne vorrebbero 140. E’ una chiesa che fiorisce, poi se porterà frutti lo vedrà chi viene dopo. Il mio 75esimo compleanno obbliga me a dare le dimissioni cosa che farò sicuramente, perché nella chiesa non funziona come con il sindaco e con il prefetto, e fino a quando il Papa non dirà il successore,mi dovrete sopportare”. Parla anche di pensione e promette: “Si lavora per Dio, non per la pensione che, tra l’altro sarà una miseria. Quando ci andrò vi prometto che pubblicherò il cedolino della pensione”. Poi uno sguardo alla città: “Gli aretini come li vedo? Siamo noi e siamo come siamo. Mi viene da ridere quando la gente conta i bus che vengono in città. Pensiamo alla gente che ci abita tutto l’anno. Ci sono alcuni che hanno molto e tantissimi che hanno poco. Questa è una realtà complessa. Ma di una cosa sono certo: sarà un Natale migliore rispetto a quello dell’’anno scorso. E’ quello della ripresa. Puntiamo sempre sulla parola di Dio e rinnoviamo questa chiesa. Ma mi raccomando non fate diventare uno scoop il diritto canonico. Non è una notizia che Fontana dia le dimissioni, la notizia sarebbe che non le dessi”.