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Arezzo, morto per portiera killer del treno: chieste dieci condanne. Si aprì, passeggero scese e fu travolto

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Luca Serafini
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Chieste dieci condanne per la morte di Francesco Lupi, il passeggero dell’Intercity 592 tradito da una portiera killer. Si aprì 800 metri prima della stazione di Arezzo e l’uomo scese dal convoglio fermo sui binari, convinto di essere arrivato. Era buio, c’era nebbia e un altro treno in transito lo travolse. Il pm di udienza Luigi Niccacci ha concluso la requisitoria indicando profili di responsabilità per tutti gli imputati: capotreno, addetti alla manutenzione, responsabile di Trenitalia e addetti del servizio di lateralizzazione e sicurezza in uso ai treni. Un meccanismo che aveva già dato problemi. Le richieste di pena vanno da 8 mesi di reclusione a due anni e 6 mesi a seconda dei ruoli. La sentenza sarà pronunciata il 22 dicembre. Ma sul processo aleggia la prescrizione perché la tragedia avvenne il 7 gennaio 2013 (alle 17.49) e da allora è passato troppo tempo per contestare l’omicidio colposo. Certo, la procura configura l’omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro (prescrizione in 15 anni) ma quanto fissato dalla Cassazione per la strage di Viareggio (2009, 32 vittime) riduce le speranze. Lì è infatti caduta l’aggravante ritenendo che la morte di ignari cittadini che dormivano nelle proprie case non fosse parificabile ad una morte sul posto di lavoro. Benché determinata da gravi responsabilità in un ambiente lavorativo, la stazione, con incendio ed esplosione. Vedremo. Aveva 82 anni Francesco Lupi, di Chianciano. Maestro di ballo, viveva ad Arezzo. Tornava in città da Roma. Aveva il bagaglio e il telefonino col quale si era sentito poco prima con la figlia. In zona Esselunga lo investì il Regionale 3099. Pensava di essere arrivato, la portiera si era aperta, scese. L’inchiesta mise sotto indagine una serie di figure tecniche che operavano per ditte legate a Trenitalia, persone addette alla “lateralizzazione” delle porte e alla manutenzione. Imputato anche il capotreno, incaricato di sovrintendere al controllo della chiusura delle porte nelle carrozze. Lungo e complesso il dibattimento. Per il pm ci sono responsabilità, omissioni, deficit, negligenze ma le difese hanno ribattuto punto su punto e chiedono l’assoluzione. I familiari sono stati risarciti dall’assicurazione. Ancora qualche giorno e arriverà la decisione del giudice Filippo Ruggiero. Sulle singole posizioni e, prima ancora, se l'omicidio colposo è aggravato o no e quindi non prescritto.