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Arezzo, dopo il rave party di Capodanno l'ex Fontemura torna all'asta a marzo: quanto costa e le prospettive

Luca Serafini
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La ex Fontemura torna all’asta e il clamore del rave party, chissà, potrebbe perfino sbloccare una procedura incagliata da vent’anni. Il 15 marzo si tiene l’ennesimo tentativo per collocare lo stabilimento dismesso delle acque minerali che a Capodanno ha ospitato la festa abusiva con 500 persone in barba alle leggi e alle norme anti contagio. Il prezzo base d’asta è sceso a 230.400 euro ma l’offerta minima può partire da 172.800. L’attenzione mediatica alta dopo il maxi raduno è una inattesa pubblicità.

 

 

 

E potrebbe smuovere lo stallo, con istituzioni, politici, amministratori che riscoprono Poti e si dicono pronti ad assecondare un compratore disposto a riqualificare il luogo. “La destinazione d’uso attuale del fabbricato è a opificio”, spiega il curatore fallimentare Fabio Tocci, ma con una opportuna variante urbanistica, che non compete a noi, si potrebbe passare ad area ricettiva. Una struttura turistica rinverdire i fasti della montagna aretina dove già esiste il triste relitto dell’albergo sull’Alpe? Sogni, fantasie. Mai dire mai. Intanto alla ex Fontemura ancora fanno brutta mostra di sé rifiuti e materiali di vario tipo tra cui plastiche e una struttura in eternit. Anni fa scattò il blitz della Forestale, con sequestro e contestazioni penali. Poi nulla.

 

 

 

“Nel corso degli anni abbiamo venduto i 15 lotti in cui è stata frazionata la proprietà” dice il curatore “pezzi di bosco che spesso tornavano utili a proprietari confinanti, ma il fabbricato con il terreno centrale è rimasto invenduto”. 

Qualche soggetto imprenditoriale all’inizio si era affacciato per tentare la ripartenza produttiva. Impossibile. “Lo stabilimento è alla rovescia: anziché avere sorgenti a monte aveva pozzi a valle, quindi con costi superiori”, spiega Tocci. “Per non parlare della posizione fuori mano e disagevole per il movimento dei camion”. Un insieme di fattori - con le concessioni dei pozzi per l’imbottigliamento revocate - che hanno reso la ex Fontemura non appetibile sul mercato.

 

 

 

Così, dopo essere sprofondata nei debiti, con tentativo di concordato preventivo non riuscito, la crisi si è rivelata senza ritorno: fallimento. A seguire la vicenda della liquidazione dei beni è stato ed è il tribunale di Grosseto in quanto la società aveva sede legale là. La scheda del bando d’asta, che si rinnova anno dopo anno, ogni volta senza buste da aprire, parla di “fabbricato industriale”, cioè lo stabilimento ridotto a rudere, dalla superficie coperta complessiva di mq 5.000, che “sorge su terreno boschivo di 5 ettari” e “il lotto è completato da terreni di varia tipologia per complessivi ha 16,80”.

 

 

 

A inizio anni Duemila il valore fu stimato, con perizia, in due miliardi e 618 milioni di lire, convertiti in un milione e 352.317 mila euro. Ora il prezzo è da saldi. Ma a chi può interessare la Fontemura? Offerte entro il 10 marzo. Altra asta deserta? Vedremo se da qui ad allora ci sarà un interesse vero o se alla ex Fontemura sarà andato in scena un altro rave, che sarebbe il terzo in due anni.