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Arezzo, il dottor Giglio: "Tamponi anti Covid anche dal medico di base"

Francesca Muzzi
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L’accordo con i medici di famiglia e la Regione è in dirittura d’arrivo e a breve i tamponi potranno essere fatti anche negli ambulatori. E’ tra le novità che il dottor Evaristo Giglio, direttore della zona distretto Arezzo, Casentino e Valtiberina, annuncia all’indomani di un’altra giornata caotica sul fronte dei contagi. Il numero dei ricoverati, anche se di poco, aumenta e all’emergenza posti letto al San Donato, la Asl ha già provveduto. Da oggi infatti per i pazienti che necessitano di assistenza nei setting di cure intermedie, è stato previsto che all’interno dell’ospedale del Casentino vengano attivati, alcuni posti letto di cure intermedie Covid. “Inizialmente - dice Giglio - saranno messi a disposizione 10 posti letto, eventualmente ampliabili progressivamente fino ad un massimo di 20. L'apertura dei letti di cure intermedie Covid non determinerà la chiusura di nessuna attività ospedaliera ma soltanto una diversa allocazione dei posti letto di degenza”. L’altra importante novità, come detto, riguarderà i tamponi. “E’ ormai imminente l’accordo con i medici di famiglia che avranno a disposizione 150 tamponi settimanali. Saranno loro, chi accetterà naturalmente, una valida alternativa alle farmacie e ai drive through che in queste settimane sono oberati di lavoro”.
La stessa cosa si può dire anche negli hub vaccinali?
“Sì, abbiamo avuto un aumento importante di richieste per fare il vaccino. Non abbiamo più posti, tanto che abbiamo incrementato le sedute vaccinali nelle zone periferiche”. 
No vax che si ricredono?
“La maggior parte sì, specie se parliamo di prime dosi”.
Come sta andando la gestione dei positivi?
“Diciamo abbastanza bene, anche se non abbiamo numeri importanti per quanto riguarda la squadra dei medici Usca, perché chi fa la specializzazione, non può aderire al bando Usca”.
Ci sono stati episodi di aggressioni verbali?
“Per fortuna che non si sono ripetuti. Ma qualcuno è arrivato anche nella sede Usca per minacciare i nostri colleghi. E’ una situazione difficile, anche perché i medici e gli infermieri sono tentuti ad attenzionare di più le persone positive non vaccinate e quelle sintomatiche, e chi non lo è a volte pretende le stesse forme di attenzione”.
Nei numerosi casi riportati dalla Asl, la fascia di età degli over 80 è la meno colpita. Perché?
“Perché stanno in casa. I giovani sono quelli che risentono di più di questa ondata, perché vanno fuori e infatti i contagi più alti li abbiamo avuti durante il periodo delle feste e dell’ultimo dell’anno”.