
Arezzo, uccise figlioletta in un raptus: l'uomo in aula davanti alla Corte d'Assise, sentenza il 12 febbraio

Arriverà il 12 febbraio la sentenza della Corte d'Assise di Arezzo per Billal Miah, l'uomo del Bangladesh che nell'aprile 2020 a Levane uccise la figlia Nabia di quattro anni e cinque mesi e ferì gravemente il figlio che sfuggì all'omicidio. L'operaio, che si trova ristretto nella Rems di Empoli, questa mattina sabato 29 gennaio 2022 è comparso davanti alla corte guidata dal presidente Filippo Ruggiero con il giudice Ada Grignani e sei giudici popolari.
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Era accompagnato dagli uomini della Polizia penitenziaria per le traduzioni e si è seduto accanto all'avvocato Nicola Detti, che lo difende, e alla traduttrice. Una perizia psichiatrica disposta dal pm Laura Taddei dice che era totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto. Impugnò una lama etnica, usata per la preparazione di cibi, e infierì contro la bambina che guardava la tv. Il volume gli dava fastidio.
Da giorni stava male e la perizia oltre a evidenziare una patologia psichiatrica ha anche affermato una correlazione con lo stato di ansia arrecatogli dal lockdown per il Covid: non lavorava ed era preoccupato per il sostentamento della famiglia. Nel processo la corte ha acquisito tutti gli atti delle indagini, non saranno sentiti testimoni. Nell'udienza del 12 febbraio sarà dichiarata la non punibilità dell'uomo, che quindi non andrà in carcere, ma sarà fissata la durata del periodo di sorveglianza nell'istituto dove si cura e dove ha preso consapevolezza di quanto ha commesso.