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Anghiari, Irina scappata dalla guerra con due bambini: "Sento il suono delle sirene. Missili sopra la testa"

Francesca Muzzi
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Irina si sveglia la mattina, ora al sicuro, con i suoi bambini e la sua famiglia e spera che tutto quello che ha lasciato sia solo un incubo. Non è così. In Ucraina c’è la guerra. E c’è ancora parte della sua famiglia. C’è soprattutto suo marito: “Ci ha portato alla frontiera, a me e ai nostri figli, ci ha salutato e poi è tornato indietro a combattere per la nostra patria”. Irina è la figlia di Olga. Ed è sua madre che ci fa da interprete e traduce le sue parole. Adesso sono al sicuro ad Anghiari. Olga ci vive ormai dal 2003, Irina da domenica scorsa, da quando ha lasciato la sua città Šepetivka e il pullman l’ha portata fino in Valtiberina dopo un lungo viaggio fatto di speranza e tanto altro.

Quando sei arrivata ad Anghiari?

“Siamo arrivati domenica scorsa”.

Come e con chi sei in Valtiberina?

“Mio marito ci ha portato fino alla frontiera. Siamo io e i miei due figli, Max e Sasha. Poi abbiamo preso il pullman e siamo arrivati fino qua. Dopo un lungo viaggio”.

Che situazione c’è in questo momento in Ucraina?

“Dove abitiamo noi, a Šepetivka, è ancora più o meno tutto tranquillo, i russi non sono arrivati. La situazione è abbastanza tranquilla. Sentiamo però le esplosioni vicine, ma da noi per fortuna non ci sono state vittime”.

Ma nemmeno Šepetivka è immune dal conflitto. Continua Irina.

“In questi giorni però la sirena è suonata molto spesso. Molta gente dorme dentro le cantine e dentro qualche rifugio di fortuna. I bambini piangono spesso, hanno paura. E fa effetto quando si vedono passare i missili sopra la nostra testa”.

La gente come vive?

“Tutti si stanno preparando come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro. C’è però molta unità tra le persone, solidarietà per aiutarci gli uni con gli altri”.

Che cosa non riesci a dimenticare?

“Il suono delle sirene che si avverte sempre più spesso e il passaggio dei missili che vediamo, perché fanno la luce. Io ho molta paura. Per me e soprattutto per la vita dei miei figli. Uno di loro a settembre è stato molto malato e io temo ancora per la sua salute. E’ per questo che insieme a mio marito abbiamo deciso di partire”.

Però tuo marito è rimasto là?

“Sì, ci ha accompagnato alla frontiera e poi è tornato indietro a difendere la nostra gente, la nostra città. Ci stiamo preparando”.

In che modo?

“Si cominciano a chiudere le strade. Facciamo raccolta di cibo, abbiamo aperto le mense delle scuole per rifocillare i soldati. Ci stiamo preparando a difendere il nostro territorio”.

Chi avete in Ucraina?

“Mio marito, i miei suoceri, i parenti. Tutti i miei amici. C’è anche la paura di lasciare il paese, perché la gente non sa dove andare. Io sono stata fortunata, perché ho avuto un appoggio in Italia e mi sono decisa a partire, ma tanti rimangono”.

Come ti trovi ad Anghiari?

“Sto bene. Sento tanta solidarietà intorno a me. La gente ci ha portato vestiti e giocattoli per i miei bambini. Siamo fuggiti con una valigetta piccola e uno zaino. Ma ancora non riesco a credere a quanto sta succedendo. Ogni volta che la mattina apro gli occhi, mi rendo conto che non sono a casa mia. L’Italia è bellissima, la gente è straordinaria, ma la mia casa mi manca tantissimo. Ho tanto dolore”. “Nonostante che siamo lontani - conclude Irina - cerco di tenere contatti quotidiani. C’è una grande unità di popolo ucraino, siamo decisi a non mollare e a resistere fino in fondo per difendere la nostra terra. Mi auguro che questa guerra finisca presto, di tornare presto a casa. Di fermare questa bestia”.