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Arezzo, condominio dice no alle auto sul tetto. Doveva diventare giardino pubblico. Ok di Soprintendenza e comune

Luca Serafini
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“No al nuovo piano del parcheggio sul tetto dell’edificio di via Pietro Aretino”. Lo dicono i residenti del condominio in zona Sant’Agostino dove al posto del giardino pensile previsto sul tetto del palazzo potrebbe essere realizzata un’altra area di sosta per le macchine.

A tutto danno, lamentano i cittadini, dell’immagine di questo pezzo di città proprio accanto all’antica chiesa, con impatto negativo sulla vivibilità di una zona già ingolfata dal traffico. La Soprintendenza ha dato una prima valutazione positiva alla proposta della società che possiede il parcheggio e il Comune sembra intravedere nella “riqualificazione” aspetti positivi. Ma in giro c’è scontento tanto che la questione ieri è arrivata pure in Consiglio comunale, con un’interrogazione di Marco Donati e Valentina Sileno, del gruppo di opposizione Scelgo Arezzo. Da parte sua il condominio ha incaricato un legale, l’avvocato Roberto Alboni, per chiedere alla Soprintendenza di rivalutare il proprio parere.

 

 


Fa discutere il parcheggio - autorimessa - garage “Sant’Agostino” realizzato nei decenni scorsi da una società e poi passato nel corso del tempo ad altre, oggi di proprietà di Pamoa. Che intende variare la destinazione d’uso del tetto-giardino, da verde pubblico ad autorimessa per ampliare gli stalli. 

L’avvocato Alboni fa notare che l’edificio è sottoposto a vincolo indiretto per la tutela del vicino complesso monumentale di Sant’Agostino. Determinante, quindi, la posizione della Sopritendenza che, a dire dei condomini e del legale, rispetto alla richiesta pervenutale a dicembre 2020 ha dato un parere favorevole sì, ma ad una relazione che non rappresenta la reale incidenza del progetto. 

 

 

 

La convenzione originale, che risale agli anni Ottanta, prevedeva che la sommità dell’edificio trasformato in autorimessa diventasse verde attrezzato ad uso pubblico, da cedere gratuitamente al comune. Questo per mitigare l’impatto della struttura, nel pieno centro storico e vicina alla facciata sud e all’abside della chiesa, offrendo servizi e spazi per la collettività. Ma il giardino pensile non è mai stato realizzato, il passaggio al comune tantomeno, in compenso vista dall’alto la superficie pensile è degradata. E adesso, in più, si profilano dubbi sull’ulteriore parcheggio.
E pensare, fa notare l’avvocato nella missiva, che all’epoca la stessa Soprintendenza raccomandava che si tenesse conto, nel realizzarle la piazza giardino, all’aspetto degli orti del convento e quindi forme e materiali venissero condivisi e concordato. 

La società Pamoa chiede invece una nuova convenzione per ridefinire l’uso della copertura e con delibera del 24 agosto 2021 il comune chiede di “monetizzare lo standard urbanistico del lastrico solare”. I condomini parlano di illegittimità dell’operazione e di danno pubblico, di deturpamento. Perché il parcheggio lederebbe la percezione, la visione, la fruizione pubblica del complesso monumentale oltre a danneggiare la prospettiva, compromettere il decoro, innalzare il rischio di incendi. Per non parlare dell’ulteriore flusso di auto, con rumori e cattivi odori, nella zona di via Rodi, via Aretino e via Margaritone. Insomma, quella che viene proposta come “riqualificazione” sarebbe una beffa: totalmente disattese le originarie prescrizioni, perdurante degrado della copertura, surplus di impatto in arrivo. Anche se la società parla di parcheggio con ombreggianti, una specie di quinta verde, il progetto non specifica quanto acciaio sarebbe collocato e quante auto potranno essere accolto. 

Ieri intanto i consiglieri Donati e Sileno hanno chiesto chiarimenti al sindaco Ghinelli e all’assessore Lucherini (urbanistica) su un’operazione che non convince.

L'ASSESSORE LUCHERINI

“La situazione di quel lastrico solare è lasciata a se stessa dal 1994, anno a cui risale l’ultima delibera di una giunta comunale”, ha dichiarato ieri l’assessore Francesca Lucherini, in consiglio comunale, nella risposta all’interrogazione sull’autorimessa pronunciata dai consiglieri Marco Donati e Valentina Sileno.

“Di verde pubblico, francamente, non ne abbiamo visto per i successivi 28 anni” ha aggiunto. “La prima cosa che intendo ribadire è che nel nuovo piano operativo, la scheda urbanistica in questione non contempla né verde pubblico né una piazza pubblica, per cui la soluzione ‘posti auto’ non contrasta con gli strumenti di pianificazione urbanistica”, ha poi aggiunto l’assessore all’urbanistica della giunta Ghinelli.

“Ricordo inoltre che la Soprintendenza si è espressa un anno fa sul progetto con un parere non negativo che contempla alcune prescrizioni: in particolare, che i nuovi parcheggi, di cui peraltro tantissimi cittadini e operatori lamentano la mancanza, siano adeguatamente ‘schermati’ da piante a corredo”. Nell’interrogazione, il gruppo Scelgo Arezzo aveva chiesto se è ancora in campo il progetto di un ulteriore piano a parcheggio per l’autorimessa di via Aretino e che avrebbe come conseguenza l’eliminazione del giardino pensile dove sorge la copertura. “L’impatto su quella zona sarebbe negativo non solo per l’ambiente ma anche per la mobilità. L’obbligo pubblicistico di realizzazione del giardino è realmente prescritto? Verrà presentata istanza alla Soprintendenza per ottenere un parere in merito come richiesto dai residenti?”, chiedevano Donati e Sileno.