
Caro energia e aziende, contratti di fornitura scadono (anche per Aboca) ed Estra comunica variazione unilaterale. Quadro incerto

Caro energia, spifferi gelidi per l’economia in vista dell’autunno/inverno: un grosso punto interrogativo pende sulle aziende ma anche sugli operatori della distribuzione del gas come Estra. I contratti di fornitura a prezzo fisso sono infatti in scadenza e la multiutility che opera nel campo dell’energia elettrica e dal gas in tutto il territorio nazionale, comunica ai clienti la “variazione unilaterale” delle condizioni, con costi molto maggiori.
Si va verso un fine 2022 assai difficile, con le aziende del territorio che devono misurarsi con il problema, unito ai rincari generalizzati su materie prime e servizi di ogni tipo. Anche Aboca, il colosso di prodotti naturali per la salute con sede a Sansepolcro, 210 milioni di fatturato nel 2021 e dati in crescita anche nel primo semestre 2022, ha ricevuto da Estra la comunicazione, che è una sorta di disdetta del vecchio contratto con l’annuncio che dall’anno prossimo si cambia: prezzo al metro cubo ben diverso, variabile, a seconda delle impennate che si registrano, attualmente triplicato rispetto a un anno fa.
Il Governo ha assicurato che fino a marzo la situazione rimarrà quella precedente, quindi prezzi invariati, ma tutta questa certezza non si percepisce affatto né tra le imprese né presso lo stesso distributore del metano, Estra, che chiede allo Stato di essere tutelato. Fonti vicine ad Estra (partecipata al 25,14 da Coingas, spa dei comuni aretini) rappresentano la crescente difficoltà della società di luce e gas per il fatto di vendere ai clienti il metano a prezzi non più rapportati al reale costo del gas che arriva dall’estero e viene distribuito.
Una situazione che se dovesse perdurare potrebbe generare appesantimenti e scompensi importanti nei conti anche di una azienda dalle spalle larghe come Estra. Il colosso del metano e dell’energia, ha ben presenti le necessità degli imprenditori del territorio, e ne ha a cuore il buon andamento, ma allo stesso tempo deve guardare a se stesso e non può mettere a repentaglio la propria stabilità. Questione delicata e tutta da dirimere. Intanto si va avanti giorno per giorno, in attesa di un quadro certo ma che invece è fluido a livello nazionale, europeo, mondiale. Le grandi aziende come Aboca ma anche piccole imprese, sono esposte al tema dell’adeguamento dei contratti, con le relative ripercussioni.
La fase è così complessa - con gli attuali costi del gas schizzati in alto - che presso Estra non si affacciano nuovi clienti mentre a quelli vecchi viene annunciata la imminente stangata con il rischio che certi contratti possano anche interrompersi ed esaurirsi con la ricerca di forniture altrove. Alle prese con gli aumenti dei costi, le attività produttive stanno impostando l’ultimo scorcio di 2022 con correttivi, forme di riduzione dei consumi, tagli e risparmi. Per un gigante come Aboca, ad esempio, che pure non è una realtà tra le più energivore, l’impatto dei costi energetici è rilevante, legato ai processi di estrazione ed essiccazione dei prodotti naturali che coltiva, raccoglie e trasforma. Il budget per questa voce di spesa - conferma l’ad Massimo Mercati - è già aumentato di tre volte rispetto alle previsioni. E il futuro è imprevedibie.
Si fa fronte anche con l’autoproduzione attraverso il grande impianto fotovoltaico, ma non è tutto così semplice perché anche il cogeneratore ha i soui costi di esercizio rilevanti.