
Arezzo, l'ex Fontemura torna all'asta per 184 mila euro

L’area dell’ex Fontemura andrà di nuovo all’asta il prossimo 24 gennaio: si parte da una base di 184 mila euro e chissà se questa volta qualcuno si farà avanti per aggiudicarsi l’immobile che un tempo ospitava lo stabilimento circondato da circa cinquemila metri quadrati di bosco. Di certo tra i candidati all’acquisto non ci sarà il Comune di Arezzo visto che il consiglio ha respinto sia l’atto di indirizzo presentato dai consiglieri Pd Caneschi e Donati che l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia. Entrambi andavano, sia pure attraverso strade diverse, nella medesima direzione: quella di invitare la giunta a farsi avanti per l’acquisto di quel pezzo della montagna degli aretini. “Oggi sarebbe un salto nel buio” ha sottolineato il sindaco Alessandro Ghinelli intervenendo nel corso del dibattito, e lasciando di fatto aperto uno spiraglio per il futuro. A partire dall’avvio di un dialogo con la Regione Toscana, sollecitato durante il dibattito da Marco Donati di Scelgo Arezzo e raccolto dal primo cittadino. “Parliamone con la Regione” le parole di Ghinelli, “ci potrebbe dare dei riscontri”. In particolare, secondo il sindaco, per ciò che riguarda la caratterizzazione e il monitoraggio. “Oggi non conosciamo il costo di un’operazione di bonifica” ha ricordato il primo cittadino. Un dibattito, quello in consiglio, importante “per continuare a lavorare sul futuro dell’area, avviando una interlocuzione con la Regione Toscana per un’opera di monitoraggio, propedeutica a prevedere con maggiore certezza l’investimento necessario”. E’ stato lo stesso Ghinelli, nel suo intervento, a ricordare che in passato due imprenditori - uno a titolo proprio, l’altro a nome di una cordata - hanno bussato alla porta del suo ufficio manifestando interesse per quell’area. I progetti prevedevano una destinazione turistico-ambientale, ma poi non se ne era fatto più niente. Addirittura uno prevedeva anche la realizzazione di una funivia per migliorare il collegamento con la città. In attesa del nuovo passaggio rappresentato dall’asta fissata per gennaio, l’atto di indirizzo - come sottolineato da un po’ tutto il consiglio giovedì scorso - ha avuto l’indubbio merito di riportare sotto i riflettori la questione Poti, come hanno ribadito nei loro interventi Giovanni Donati e Alessandro Caneschi: “Con il nostro atto di indirizzo volevamo focalizzare l’attenzione su un’area che riteniamo di importanza strategica per il nostro comune. Abbiamo lanciato un alert su un’area degradata da un punto di vista ambientale, per far partire un percorso che porti innanzitutto al recupero”. Subito la bonifica, rimuovendo plastica e l’amianto delle coperture. Poi arriverà il momento di decidere come far tornare l’Alpe di Poti ad essere la montagna degli aretini. E magari anche dei turisti.