
Arezzo, Licio Gelli: sette anni dopo la sua morte è irrisolta la disputa sulla proprietà di Villa Wanda tra proprietà e Stato. Nuovo rinvio

Domani, 15 dicembre, saranno sette anni dalla morte di Licio Gelli, l’uomo dei misteri d’Italia che guidò la loggia massonica coperta P2. E dal giorno in cui il maestro venerabile spirò, la sua storica dimora, Villa Wanda, ad Arezzo, è rimasta disabitata e sempre al centro di una interminabile disputa tra familiari di Gelli e Stato. Ieri a Firenze doveva essere celebrata l’udienza finale, in appello, sulla annosa disputa della “revocatoria” dell’atto di vendita dalla famiglia Gelli alla società della vedova e di un nipote. Nulla di fatto. Ennesimo rinvio ad aprile.
E non c’è proprio verso di capire come andrà a finire la sfida. Questa: gli attuali proprietari hanno vinto in primo grado e vogliono il suggello in appello per poter disporre liberamente dell’immobile, anche vendendolo. L’Agenzia delle Entrate, con l’avvocatura dello Stato, vuol annullare quell’atto di vendita ritenuto un “bluff” escogitato anni addietro dai Gelli per dribblare il fisco che rivendica una palata di milioni di evasione tributaria. Facendo “sparire” la villa dai possedimenti l’avrebbero messa al sicuro da possibili confische. Ma questo teorema non ha retto né in sede penale né dal giudice civile.
Prossima data in agenda, quindi, a primavera nello stesso mese di nascita di Licio (Pistoia, 21 aprile 1919). Intanto le bellissima residenza resta inutilizzata sul colle di Santa Maria. Si dice negli anni d’oro della P2 la particella vista dall’alto avesse la forma di una pistola o di un simbolo massonico. Saloni e arredi strepitosi, oliveto, piscina, tennis, piazzale, piante ornamentali. Il paradiso dei misteri da cui, forse, si controllava l’Italia, oggi nel limbo tra un passato di glorie, ori e ombre ed un futuro indecifrabile.
Lu.Se.