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Arezzo, cittadini di Bibbiena in rivolta contro la Camera del commiato nel condominio: "No a feretri e veglie funebri sotto casa"

Luca Serafini
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Non vogliono le bare in fondo alle scale e le veglie funebri al pian terreno, non gradiscono il lutto sotto casa 365 giorni l’anno. Un gruppo di cittadini di Bibbiena Stazione dice no alla prossima apertura della Camera del commiato al piano terra di un condominio in via Umbro Casentinese e per questo scatta una raccolta di firme per fermare l’operazione. La notizia dell’attivazione di una sala per l’addio ai defunti ha suscitato proteste tra residenti e operatori commerciali della zona. Chiedono lo stop ai lavori di adeguamento e all’avvio dell’attività ma finora il Comune di Bibbiena, al quale sono stati prodotti elementi vari e sollecitazioni, non ha ritenuto di intervenire. La Camera del commiato secondo questi cittadini è una turbativa. Perplessità, anzi netta contrarietà alla collocazione qui di feretri e relativo movimento di persone che si stringono intorno alle salme dei propri cari. Oltre alle famiglie che vivono negli appartamenti del palazzo, a ritenere inopportuna la sala funebre sono esercizi pubblici come un kebab e un negozio di fotografia.
A seguire il caso per i cittadini in rivolta è lo studio legale Tafi di Bibbiena e l’avvocato Anna Lisa Tafi, che siede in consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione, di recente ha portato in consiglio una mozione sul tema. Sono stati trasmessi ad amministratori e funzionari elementi e carte contenenti dubbi relativi all’iter per il rilascio dei permessi alla società. L’iniziativa privata è di una impresa funebre di Arezzo. La prospettiva di convivere con il mesto via vai legato a circostanze luttuose non va proprio giù al gruppo di bibbienesi che ha deciso di organizzarsi anche con una petizione e costituendosi in comitato per poter rappresentare un interesse collettivo meritevole di ascolto. L’adeguamento della facciata, con richiami anche cromatici ad un luogo funerario, non piace affatto. Certo, esiste la consapevolezza generale del valore di queste sale, dell’eleganza con cui solitamente sono realizzate, ma quello che non è condiviso è la localizzazione ai piedi di un condominio, tra famiglie, bambini, residenti che temono di perdere serenità e normalità. In un comunicato si sintetizza la battaglia: nulla contro le Camere del commiato “ma non al pian terreno di un tranquillo condominio residenziale”. Sono luoghi ritenuti idonei a contesti cittadini, ma non ai paesi di provincia “dove le persone sono abituate a rendere omaggio ai propri defunti come insegna la tradizione”. I timori: “Potete immaginare come la vostra vita si modificherebbe avendo una salma al piano terreno? Potreste accettare di vivere perennemente in lutto? Frequentereste un locale con una veglia funebre nel fondo accanto?” Per ora nulla ha fermato l’interpretazione “univoca” della normativa urbanistica, l’ultimo tentativo è la raccolta di firme.