
Arezzo, ottimo bilancio del 2022 per i produttori di castagne

Preziosi frutti del bosco, il 2022 è stato una anno importante per la castanicoltura della provincia di Arezzo che, dopo periodi altalenanti, ha potuto contare su un raccolto buono e sano: prodotti di qualità che, venduti freschi o trasformati, hanno rappresentato spesso un’ottima occasione di integrazione del reddito delle imprese agricole.
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“Il recupero dei castagneti da frutto è un’operazione strategica dal punto di vista ambientale e turistico prima ancora che economico, per i territori montani. Per la stragrande maggioranza delle aziende, la castanicoltura rappresenta una opportunità, ma raramente offre un reddito sufficiente. È quindi uno strumento per migliorare la performance aziendale utilizzando la leva della multifunzionalità. Una tendenza che, per essere invertita, necessita di strumenti adeguati e impegni precisi per il recupero e la valorizzazione dei castagneti da frutto”, spiega Massimiliano Dindalini, direttore Cia Arezzo.
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E la parola passa al produttore Marco Albertoni. Siamo a Villa Iris, a Castelfranco di Sopra, in Valdarno. Dopo una vita di lavoro a Firenze, è tornato alle origini, alla sua terra e all’agricoltura. “Abbiamo acquistato castagneti abbandonati oggi ritornati in produzione – racconta -. Per noi la castagna è una voce importante del bilancio aziendale. Con il prodotto fresco, essiccato e macinato riusciamo ad integrare il reddito che deriva da un’altra coltivazione tradizionale: il giaggiolo”, spiega.
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