Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Arezzo, uccise il vicino che gli buttava giù casa con la ruspa: l'indagato nomina consulente il sindaco ingegnere

Luca Serafini
  • a
  • a
  • a

L’ingegnere Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo, è il consulente tecnico di Sandro Mugnai, l’uomo accusato di omicidio per aver sparato, uccidendolo, al vicino di casa che alla guida di una ruspa gli buttava giù l’abitazione dove si trovava insieme ai familiari. L’ingegnere Ghinelli è stato nominato da Mugnai in relazione all’accertamento tecnico irripetibile disposto dal pm Laura Taddei nell’ambito dell’inchiesta, volto a verificare l’entità del danno arrecato all’abitazione di San Polo. Il fatto di sangue risale alla notte dell’Epifania, tra il 5 e il 6 gennaio quando Gezim Dodoli azionò il mezzo meccanico come un ariete contro le pareti della casa dei Mugnai. Momenti drammatici, con Sandro che imbracciò il fucile da caccia e fece fuoco. Secondo il gip Giulia Soldini fu un gesto di legittima difesa, non punibile.  

Ma la procura non è ancora arrivata a questa conclusione e sta svolgendo una serie di approfondimenti, compreso quello sulla stabilità dell’edificio. Consulente del pm è l’ingegnere Fabio Canè, i legali milanesi del cittadino rumeno ucciso hanno incaricato un tecnico di Padova e la difesa di Mugnai (avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli) si affida alla competenza di Ghinelli. Quando sul tavolo del sostituto procuratore Taddei saranno disponibili tutte le risultanze degli accertamenti - autopsia, balistica, strutture - sarà formulata la richiesta finale per l’artigiano di 53 anni. Imputazione per omicidio o legittima difesa? Nella sua ordinanza di scarcerazione, il gip Soldini scrisse: “Sandro Mugnai non è una persona violenta né pericolosa. Ha agito per difendere la propria e l'altrui incolumità”.

I fatti di San Polo secondo il giudice delle indagini preliminari, integrano in pieno la scriminante della difesa, legittima e non eccessiva: Mugnai non può essere condannato per omicidio volontario. “Ha agito per difendere la vita / integrità fisica propria e dei familiari” mentre il vicino con l'escavatore colpiva la casa dove erano radunati in sette per la cena. Dodoli, animato da risentimento per ruggini di vicinato, cadde sotto 4 dei 5 colpi di fucile esplosi dalla finestra. L’uomo, 59 anni, originario della Romania, si legge sempre nel provvedimento del gip, “aveva dolosamente bloccato l'unica via di uscita e continuava a colpire con la parte di muro e di tetto della stanza dove si trovava la famiglia”.

Cadevano tegole e calcinacci. L'interesse dell'aggressore, afferma il giudice “non era rivolto all'abitazione”, un danneggiamento, né una semplice “violazione di domicilio”, il suo intento “era fare del male”. Quindi per il gip c'era tutto il diritto di Sandro Mugnai di difendersi da una aggressione ingiusta e ad alto rischio. E Dodoli, si legge nell'ordinanza, “non si era neppure fermato di fronte al primo sparo rivolto a terra e stava abbattendo la parete della stanza”. La consulenza alla quale partecipa il sindaco Ghinelli serve a precisare l’entità del danno che la ruspa ha prodotto sull’immobile sotto assedio nel quale Mugnai uso la carabina per “interrompere l'azione criminosa e tendenzialmente omicida del Dodoli”.