
Arezzo, medico aggredisce la collega sul posto di lavoro: condannato

Il dottore afferrò per il camice la collega, la prese per il collo e la strattonò facendola sbattere sul muro. Erano i giorni della vaccinazione anti Covid, negli ambulatori di Monte San Savino, e per quel gesto un medico ultra sessantenne è stato condannato. Seicento euro di multa per lesioni personali volontarie e risarcimento di mille euro alla collega, più il pagamento delle spese processuali. Questo l’esito del processo sull’episodio del 16 aprile 2021 che fu proprio il Corriere di Arezzo a raccontare. A generare lo scatto violento del medico - G.F. nato a Città di Castello e residente nell’Aretino - fu un equivoco. E’ emerso dall’inchiesta. C’era la pausa caffè e una parola pronunciata dalla dottoressa, a quanto pare fraintesa, innescò quella condotta punita dal giudice Claudio Lara. Chissà se influì la tensione del difficile momento con il sistema sanitario sotto pressione o c’erano delle ruggini. (
Fatto sta che la donna venne presa per il bavero e aggredita: aveva in mano la tazzina del caffè che finì ovunque, su vestiti e pareti. Due persone, sentite come testimoni, furono spettatori della scena. Il giorno dopo partì la querela. La donna, S.R., quarantenne, era stata visitata al pronto soccorso con 7 giorni di prognosi per trauma del rachide e trauma cranico non commotivo. Nei giorni successivi, continuò a prestare servizio nel complicato periodo pandemico, pur con il collarino. Il procedimento penale ha visto il medico difendersi con l’avvocato Piero Melani Graverini. Per chiudere la questione aveva anche messo sul piatto 8 mila euro come risarcimento, rifiutati.
Si è invece andati avanti con la dottoressa che ha prodotto ulteriori certificazioni mediche fino a 73 giorni di guarigione lamentando ulteriori problemi conseguenti al trauma. Tra i due colleghi, per tutto questo periodo, il gelo. Né richiesta di scuse né passi di avvicinamento. La recente sentenza ha chiuso il poco piacevole caso stigmatizzando il comportamento del dottore ma derubricando il reato da lesioni gravi a lesioni lievissime e senza l’aggravante di aver aggredito un operatore sanitario. Il giudice infatti non ha recepito i certificati medici successivi della donna e ha tolto l’aggravante delle lesioni su operatore sanitario, non rilevando nell’accaduto il nesso funzionale tra azione delittuosa e svolgimento dell’attività medica: si tratta di lite tra colleghi di lavoro.
Quindi reato da giudice di pace con pena leggera, tenuto conto dell’incensuratezza dell’imputato, e che non possono neanche essere ridotti di un terzo. Non è neanche possibile estinguere la pena con l’offerta risarcitoria. Conclusione: multa di 600 euro, 1.500 di spese legali da pagare e 1.000 di risarcimento (danno biologico e morale) alla dottoressa che era parte civile con l’avvocato Laura Bonifazi.