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Morto sul lavoro caduto nel macchinario, la famiglia dell'operaio di Bibbiena: "Non archiviate"

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“Non archiviate il caso della morte sul lavoro del nostro caro”.  Lo chiedono la moglie e i due figli di Francesco Brenda, l’operaio di Bibbiena che perse la vita il 25 gennaio 2022 alla Mariotti Calcestruzzi a La Nave di Bibbiena. Una fine terribile: l’uomo, 51 anni, precipitò dalla sua postazione nel macchinario che triturava le pietre. La balaustra alta 89 centimetri anziché 100 era bassa ma, secondo la procura, questo non è sufficiente a configurare responsabilità di tipo penale nel tragico infortunio. E’ stato notificato in questi giorni ai familiari di Brenda l’avviso della richiesta di archiviazione presentata dal magistrato inquirente, il sostituto procuratore di Arezzo, Marco Dioni, al gip del tribunale di Arezzo. 
La vedova e i figli dell’operaio hanno dato mandato all’avvocato Pierluigi Fabbri di presentare opposizione per tener vivo il procedimento. Indagato per omicidio colposo è il titolare della ditta per la quale Brenda lavorava da molti anni. 

L’imprenditore è assistito dall’avvocato Saverio Agostini. La conclusione dell’inchiesta è che a suo carico non emergono ipotesi di reato. I fatti. Brenda era un dipendente espertissimo e quella mattina, dalle 8, seguiva il processo di frantumazione di inerti insieme ad un collega. Mentre quest’ultimo con la pala meccanica caricava il materiale da triturare nella tramoggia, Brenda era ai comandi del frantumatore, protetto da un parapetto. I due si guardavano dalle rispettive posizioni dopo ogni carico per procedere con il successivo. Verso le 10 il collega non vide più Brenda e andò a verificare: era finito nel frantumatore. Senza vita, e si vedevano solo le gambe. Era caduto. Fin da subito le attenzioni hanno riguardato il funzionamento del macchinario, risalente al 1977 ma risultato regolare. Capitava rare volte che il materiale si incastrasse nel nastro, ma quella mattina il palo di ferro utilizzato in quelle circostanze, non risultava usato. Cosa era successo? Perché Brenda si era sporto? E come aveva fatto a precipitare, lui così esperto dei luoghi? L’autopsia non ha rilevato mancamenti. Il parapetto è risultato non a norma rispetto al decreto legislativo 81 e la violazione è stata estinta con il pagamento di una multa e l’adeguamento. Senza testimoni diretti o un filmato, la dinamica è impossibile da ricostruire e quindi, scrive il magistrato, non si possono attribuire responsabilità penali a terzi. La riforma Cartabia in questi casi invita ad archiviare i fascicoli nei quali è difficile sostenere l’accusa nel dibattimento. Pur nell’indeterminatezza della circostanza, argomenta il pm, non si può ipotizzare un malfunzionamento del frantumatore (che non risulta) mentre è verosimile l’ipotesi, più favorevole all’indagato, che l’uomo abbia avuto uno svenimento dato che finì di sotto di testa e la posizione delle braccia non sembrava orientata a proteggersi. Il sostituto procuratore si domanda: un parapetto alto un metro avrebbe scongiurato ciò che avvenne? No, perché in caso di mancamento un corpo che si appoggia ad un parapetto anche di quella misura precipita comunque di sotto. La tragedia si sarebbe consumata anche con la balaustra a norma, ritiene. Una conclusione, questa, che non soddisfa i familiari dell’operaio.