
Resti di Vasari in Pieve: è l'ora delle ricerche. Di notte e a porte chiuse

Scatta l'ora X per le ricerche dei resti di Giorgio Vasari. Martedì 20 marzo alle 21, a porte chiuse, nella Pieve di Santa Maria, in Corso Italia, l'equipe tecnico-scientifica guidata dal primo rettore della Fraternita dei Laici, Pier Luigi Rossi, inizierà le operazioni per sondare il sottosuolo della chiesa alla ricerca delle casse che dovrebbero contenere i resti del pittore e architetto cinquecentesco, Giorgio Vasari. Un'operazione che da settimane sta destando curiosità e interesse. Dopo l'annunciata intenzione del dottor Pier Luigi Rossi di avviare le ricerche, avvalorate da una dettagliata documentazione storica presente negli archivi della Fraternita dei Laici - e completata la fase autorizzativa, con i passaggi formali attraverso Soprintendenza e Diocesi - domani sera si procederà con l'intervento. Una ricerca paragonata ad un vero e proprio intervento chirurgico, di quelli effettuati con i sistemi più moderni, con tecniche endoscopiche. “In effetti - spiega il primo rettore della Fraternita - procederemo in due fasi: la prima con una iniziale indagine geodiagnostica, paragonabile a una ecografia, che ci servirà per individuare il vuoto sotto al pavimento della Pieve. A quel punto, appena individuato, potremo effettuare l'endoscopia, ovvero inserire una sonda nel sottosuolo, con una cannula dotata di una videocamera, che ci permetterà di osservare ciò che c'è sottoterra, alla ricerca delle cassette in castagno, le urne in pratica, così come descritto nei documenti storici dell'arciprete della Pieve, Giovanni Battista Ristori, risalenti al 1865”. Un sondaggio sotto il pavimento, dunque, in un punto ben specificato, con un ‘taglietto' di appena 15 millimetri. A mettere a disposizione a Fraternita dei Laici, Arcipretura della Pieve e Soprintendenza dei beni artistici di Arezzo la strumentazione tecnologica necessaria per effettuare l'intervento è stata l'azienda aretina Ceia, di Badia al Pino. Un'azienda nota in tutto il mondo, di massima professionalità, specializzata, tra l'altro, nella produzione di metal detector per la sicurezza. “Perforeremo - specifica Rossi - come primo approccio nel punto indicato dal documento di Ristori (“...una fossa nel centro della chiesa, distante 13 metri dal muro della Porta Maggiore e 4 metri dalla terza colonna, per cui quella fossa fu situata nel centro della navata di mezzo e la stessa fossa è lunga m.3.70 e profonda m.1,20 con muri paralleli da ogni parte e con la sua volta di testo, quindi coperta dal vespaio e pavimento”, ndr). E' lì che è indicata la sepoltura dei resti di Vasari e di altri personaggi (Lazzaro di Giovanni di Feo, arciprete Simone Rondinelli, Marco De Ghino, Bartolomeo Scamici, Bartolomeo Guelfi Camaiani vescovo, Casini don Francesco), ma da documenti presenti in Fraternita è emersa con certezza anche la sepoltura in Pieve della moglie di Vasari, Nicolosa de' Bacci, per cui, una volta rinvenute (come speriamo) le urne in legno, potremo far comparare i resti dal Ris per scoprire almeno la compatibilità dei dna con uomo e donna”. Ormai è questione di ore. Martedì 20 marzo alle 21, a porte rigorosamente chiuse, si inizierà a lavorare. Alle operazioni presenzierà anche il sindaco Alessandro Ghinelli.