
Arezzo, truffe agli anziani con la scusa del parquet e informazioni prese sui social

Truffe agli anziani con la scusa del parquet, dopo aver preso informazioni sulle famiglie attraverso i social. Raffica di casi ad Arezzo. “Conosco suo figlio, mi ha detto di venire a vedere il pavimento per poter mettere il parquet”. E l'anziana signora ha fatto accomodare lo sconosciuto che si è presentato all'uscio di casa. Lo ha accompagnato per le stanze. Gli ha pure fatto il caffè. Quando poi il giovanotto le ha domandato se aveva un luogo sicuro dove poter riporre dei soldi, chiedendole quindi dove fosse la cassaforte, la signora ha fatto in tempo a ingranare la retromarcia. Le sono sorti dubbi. E ha avuto fortuna che in quel momento fosse lì la donna delle pulizie: con il suo aiuto è riuscita ad allontanare quel tipo. Un impostore. Altrimenti l'anziana e il marito allettato, entrambi ottantenni, sarebbero sicuramente finiti nel tranello, l'ennesima truffa a domicilio. E' successo ieri mattina in città in zona Belvedere, Saione, ma nel giro di poche ore la Questura ha registrato quattro episodi simili. Vili imbroglioni che si presentano alla porta e riescono a carpire con una scusa la fiducia delle persone. Quelle più fragili, sole, indifese. Questa volta si tratterebbe di truffe e furti sventati. Ma si sa che in molti casi chi poi si accorge di aver spalancato la propria abitazione a malandrini senza scrupoli, per la vergogna evita di denunciare. Ed è un errore. La signora che stava per essere circuita con lo stratagemma del sopralluogo per il parquet, è rimasta impressionata dalla conoscenza di informazioni e di dettagli sulla sua famiglia che quella persona aveva. Il truffatore sapeva che il nipote frequenta l'Università nella tal città, sapeva particolari del figlio, aveva una proprietà di espressione e una dimestichezza delle loro cose familiari che, così le era parso, solo uno veramente affidabile poteva avere. Ma le strade della truffa sono infinite e anche i social, in primis facebook, ci conferma la Questura, sono preziosa fonte di informazione per chi si vuol documentare su un potenziale bersaglio. Spostamenti, frequentazioni, abitudini, struttura familiare. Del caso e di altri episodi simili si sta occupando la polizia, che ha raccolto la segnalazione e sta sviluppando indagini. Insidiosi furfanti sono sguinzagliati per la città ed è bene tenere gli occhi aperti. Segnalare movimenti e situazioni anomale alle forze dell'ordine. Perché è meglio prevenire che dar la caccia a questi farabutti. La cronaca ci ha raccontato, in passato, di tecniche di truffa porta a porta, con l'espediente della telefonata che precede la visita a casa. Funziona così: finti carabinieri riferiscono di un incidente con un familiare coinvolto e annunciano l'arrivo a casa di un incaricato, agente o avvocato, per prendere soldi con cui regolarizzare l'assicurazione. Altrimenti il familiare è trattenuto in caserma. E tanti ci cadono, grazie alle interpretazioni convincenti di truffatori eleganti, disinvolti e senza scrupoli. Uomini e donne. Su questo fronte la guardia non va mai abbassata. Prevenzione e sensibilizzazione le armi per difendersi. La Questura: “Telefonate al 113”.