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Tre orafi evadono Iva per 4 milioni di euro: denunciati

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Luca Serafini
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Tre orafi denunciati dalla Guardia di Finanza per evasione all'Iva di 4 milioni di euro. Sono incappati nelle maglie del Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo. Le ditte operano nel settore della fabbricazione e commercializzazione di metalli preziosi, ma rispondevano ad un'unica cabina di regia. Le aziende, dicono le Fiamme Gialle, erano costituite esclusivamente per lo scopo di frodare l'Erario. Le società, infatti, dopo aver incassato l'Iva sulle vendite, non l'hanno versata nelle casse dello Stato, con un danno di oltre 4 milioni di euro, omettendo, nel contempo, di dichiarare ricavi ai fini fiscali per oltre 28 milioni di euro. Gli imprenditori in passato erano stati già implicati in azioni fraudolente. Oltre a non dichiarare nulla al Fisco, avrebbero occultato e/o distrutto la contabilità, al fine di ostacolare l'accertamento. Addirittura, con l'artificioso raggiro, vantavano nei confronti dell'Erario un credito IVA pari a circa 100 mila euro dei quali avevano chiesto il rimborso. Il meccanismo: all'inizio c'era l'acquisto - documentato da fatture - di oro e argento puro che, per natura o stato di lavorazione, rientrano nel regime fiscale di non imponibilità ai fini IVA (con l'applicazione del cd. “reverse charge”, ovvero senza addebito di imposta); poi il materiale prezioso veniva rivenduto sotto altra “forma” (platino, palladio) e/o senza nessuna lavorazione, per i quali invece si rende obbligatorio il trattamento Iva ordinario, quindi con l'addebito in fattura.