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Impiegati morti, il collega tornato a casa. Groviglio sulle responsabilità

Luca Serafini
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Impiegati morti soffocati all'Archivio di Stato, sta meglio il collega rimasto intossicato. Dimesso dall'ospedale di Arezzo, è tornato a casa a Bucine. Giovedì mattina, 20 settembre, anche lui era sceso nel vano dove si trova la centralina dell'impianto anti incendio dove Piero Bruni e Filippo Bagni hanno trovato la morte, uccisi dalle esalazioni di azoto e argon che hanno eliminato l'ossigeno nell'ambiente. Nel vivo l'inchiesta sulle eventuali responsabilità. Il pm Laura Taddei, in base alle relazioni dei vigili del fuoco, sta completando la lista dei soggetti cui inviare, come atto di garanzia, l'avviso sulle indagini in corso. I nodi da sciogliere sono: regolarità e buon funzionamento dell'impianto (recentemente controllato), cause dell'entrata in funzione del dispositivo (pare non vi fosse stato un principio di incendio), eventuali anomalie precedenti a quella risultata fatale. Ma anche: corretto svolgimento della procedura di sicurezza nel luogo di lavoro, in base ai ruoli degli addetti nell'ufficio e dei preposti. In certe situazioni, ad esempio, occorre agire con adeguate protezioni e accorgimenti. Si procede per omicidio colposo plurimo. Probabilmente lunedì 24 settembre le autopsie sulle salme dei due impiegati. ARTICOLI SUL CORRIERE DI AREZZO IN EDICOLA E ON LINE DEL 22 SETTEMBRE