
Allenatore rinuncia al calcio per stare accanto al figlio
Stefano Cusin stringe tra le braccia il suo Marko. Lo ha presentato al mondo e ha sorpreso tutti. Così come Marko ha sorpreso i suoi genitori in quel giorno di fine maggio. “Doveva nascere ad agosto - racconta l'allenatore giramondo - e invece eccolo il 31 di maggio”. Sesto mese di gestazione e una corsa in ambulanza verso l'ospedale di Siena dove c'è il reparto dei bimbi nati prematuri. “Ma io quel giorno non c'ero - racconta Cusin - Ero in Palestina”. Dopo l'esperienza cipriota, da marzo Cusin era tornato sulla panchina dell'Ahli Al-Khalil di Hebron, dove nel 2015 diventò un idolo locale conquistando quattro titoli in otto mesi. “Quando ho saputo di mia moglie non ho perso un minuto. Mi sono imbarcato sul primo aereo che tornava in Italia e la notte stessa ho raggiunto Siena”. Ma ha fatto qualcosa di più, Cusin: “Ho rescisso il contratto - racconta - Quando ho capito che la situazione di mio figlio non si sarebbe risolta nel giro di breve tempo, ho parlato con la società e ho deciso di rescindere il contratto. Loro avevano bisogno di un altro allenatore e io di stare con la mia famiglia”. ARTICOLO IN EDICOLA SUL CORRIERE IL 1 SETTEMBRE 2019 E ON LINE