
Arezzo, cittadino del Bangladesh offre gratis la sua casa per gli infermieri anti Covid

“Quando a marzo il contagio cominciava a crescere ho pensato ai pericolo che i sanitari del San Donato potevano correre. Allora ho offerto la disponibilità di una piccola abitazione”. Ha un nome il cittadino bengalese di 37 anni che è venuto più che incontro a chi è arrivato da lontano per combattere il Coronavirus. Come lui ha fatto tanti anni fa, quando dal Bangladesh è giunto ad Arezzo. Ha un nome, dicevamo, ma chiede di restare anonimo, “nessuna pubblicità - dice - Insieme a mia moglie ci siamo messi nei panni di chi, onorando il proprio lavoro, non voleva mettere a rischio i propri familiari. Non si è mai parlato di soldi perché la nostra offerta, sin dalla prima mail, è stata di mettere a disposizione il mio appartamento gratuitamente a quella categoria di lavoratori”. “Adesso nella mia casa che si trova in zona Giotto abita un'infermiera che lavora al San Donato, che non poteva permettersi un affitto e nemmeno di tornare a casa per paura di contagiare i suoi familiari”. L'infermiera è solo l'ultima ospite di tanti che hanno soggiornato a casa del bengalese tra quelle mura che non rappresentano solo un'abitazione. “Questa casa me la sono comprata, con tantissimi sacrifici, grazie al mio primo lavoro in Italia - racconta - Quando poi mi sono sposato e mi sono trasferito, ho deciso di non rivenderla. Da quel momento, ma già quando ci abitavo, è sempre stata rifugio per qualcuno. Dagli stranieri che arrivavano, agli amici che avevano bisogno. Senza mai guardare in faccia il colore della pelle o la provenienza”. Poi è arrivata la pandemia “e ci siamo messi in contatto con il presidente di Opi, Giovanni Grasso per offrire il mio alloggio a chi arrivava da lontano o a chi, anche stando vicino, non voleva tornare a casa per paura di contagiare i familiari". ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE IN EDICOLA IL 12 MAGGIO E ON LINE