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Giuseppe Mazzoli: "Basta con il capitalismo, ha fallito"

Marco Antonucci
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Giuseppe Mazzoli è il candidato alla Camera dei Deputati sotto il simbolo di "Per una Sinistra Rivoluzionaria" nel Collegio Uninominale 7.  Consigliere comunale di opposizione a Castiglion Fiorentino per il Partito  Comunista del Lavoratori, è nato a Venezia, ha 57 anni e da 35 vive in Valdichiana. Artigiano, bruciatorista, è sposato e padre di due figlie. Il suo percorso politico? "Il mio impegno attivo comincia nel 1997, iscritto a Rifondazione Comunista quando uscì dal governo Prodi. Ho lasciato il Prc quando nel 2006 è rientrata in maggioranza e con un gruppo di compagni della minoranza interna abbiamo costituito il Partito Comunista dei Lavoratori". Comunista e Rivoluzione. Riempia di significato e attualità queste due parole. "Le promesse del capitalismo sono state smentite dai fatti. Aveva promesso prosperità e benessere per tutti, ma i lavoratori hanno perso i loro diritti e sono tornati indietro di settanta anni. Mentre i giovani sono condannati a un precariato senza fine. Assistiamo alla distruzione dei diritti sindacali e ad un'età pensionabile a settanta anni. Mai come ora è necessaria una sinistra rivoluzionaria anticapitalista". Partiamo dal lavoro. Un vostro cavallo di battaglia è la riduzione dell'orario.  "Noi diciamo che vista la crisi del lavoro, non è comprensibile né tollerabile aumentare il livello giornaliero delle ore di lavoro con gli straordinari, i giorni del sabato e della domenica e gli anni di attività,  con una pensione spostata sempre più in avanti. Non si crea certo in questo modo altro lavoro, altra occupazione. Noi proponiamo la riduzione dell'orario settimanale a 32 ore, a parità di salario, in modo da ripartire il lavoro che c'è e ridurre la disoccupazione". E poi? "E poi abolire le leggi che incentivano privatizzazioni e precariato fino al Job Act, salario minimo non inferiore a 1400 euro netti mensili. Riduzione delle tasse sul lavoro. Diritto alla casa e sostegno alle famiglie. Scuola e sanità gratis. Stop ai ticket". Come fare per realizzare tutto questo? "Il debito pubblico che supera i duemila miliardi di euro e costa da 70 a 80 miliardi di interessi che gravano su sanità, scuola, stipendi e pensioni, va cancellato del tutto nazionalizzando le banche in una unica banca, senza indennizzo per i grandi azionisti. Un esproprio sotto il controllo sociale della banca, che torni ad essere strumento di aiuto sociale per le famiglie,  i lavoratori, gli operai, i risparmiatori. Va da sé che la legge Fornero va abolita: pensione a 60 anni". Come creare lavoro? "C'è un grande fronte inesplorato che riguarda l'ambiente. Nessuno ne parla  se non quando si verificano disastri in occasione di eccezionali precipitazioni: il recupero, la salvaguardia, la messa in sicurezza e la tutela del territorio. E poi ci sono da ricostruire ospedali e scuole. E noi proponiamo la nazionalizzazione delle grandi aziende che inquinano e portano il lavoro all'estero". Scusi e l'iniziativa privata?   "Le grandi imprese hanno distrutto milioni di posti di lavoro. Hanno incassato miliardi per fare scalate, delocalizzare all'estero le attività e sfruttare la manodopera". Immigrazione? "No alle soluzioni barbare. Qualcuno dice: aiutiamoli a casa loro. Ok, ma non rapiniamoli come si fa oggi. Pensiamo agli interessi dell'occidente in Africa, al sostegno sempre dato ai dittatori nei vari Paesi, alle missioni di finta pace. Insomma, va radicalmente cambiata la politica estera e questo avrà benefici nel bloccare i flussi migratori". Scuola e sanità. "Devono essere pubbliche e gratuite". Come mai tante liste di sinistra?   "Il problema dell'unità della sinistra va posto in questi termini. Occorre  fare un bilancio politico sul passato quando ci si presenta alle elezioni.  Ebbene, Liberi e Uguali è formato da gruppi dirigenti che fanno capo a  D'Alema e Bersani che la sinistra l'hanno distrutta e hanno compartecipato ai governi di centrosinistra che hanno fallito. Potere al Popolo e Partito Comunista comprendono personaggi e forze che hanno contribuito a governi che hanno massacrato le idee della sinistra nell'era Prodi con scelte sbagliate come le privatizzazioni e la guerra nell'ex Jugoslavia ad esempio. Noi siamo sempre stati all'opposizione". Quindi la rivoluzione che auspicate? "Si dice che il nostro programma è incompatibile con il sistema economico  attuale. Bene, noi rovesciamo il pensiero e diciamo che è il capitalismo,  che ci condanna a un futuro sempre più nero, incompatibile con le ragioni  vere e profonde di lavoratori, pensionati e povera gente. Serve una  rivoluzione anticapitalista, serve il recupero del controllo pubblico sull'economia".